John Millman è uno dei personaggi più brillanti ad aver frequentato il circuito ATP. Anni fa raccontò le vicissitudini di quando era costretto a giocare i tornei minori. Utilizzò come esempio un evento ITF giocato a Pitesti, in Romania, descritta come una città non esattamente ricca. È il luogo in cui è nato e cresciuto Bogdan Pavel, nome ai più sconosciuto ma protagonista del giorno al Trofeo Perrel-FAIP di Rovereto (120.950€, Mapei). Ha ancora una modesta esperienza nel circuito internazionale, poiché ha scelto di frequentare l’università negli Stati Uniti, raccogliendo una laurea in economia. E oggi sta decidendo cosa fare della sua carriera nel tennis. Lo fa con grande lucidità dopo aver raggiunto il suo primo main draw in un torneo Challenger. D’altra parte è numero 795 ATP: con una classifica del genere è dura. “Mi sono presentato a Rovereto soprattutto per il doppio, ma poi una serie di forfait mi hanno permesso di giocare il singolare. Ho raccolto due belle vittorie, ho trovato fiducia nel mio gioco e ho vinto due belle partite. Spero di vincere ancora!” racconta dopo il 6-2 7-5 al macedone Kalin Ivanovski, ex sparring di Novak Djokovic che ha ripreso a giocare da poche settimane dopo aver perso tutto l’anno per un grave infortunio all’anca, con tanto di operazione. Avanti 6-2 2-0, il rumeno ha perso cinque giochi di fila, ha annullato un setpoint con un passante alla disperata e ha raccolto un controparziale di cinque game che ha accolto con un urlo, immortalato via smartphone dalla fidanzata Alexandra, con lui al CT Rovereto. “Il mio gioco è ancora in costruzione – racconta – avendo frequentato il college ho giocato molto sul cemento, quindi ho un buon servizio e mi piace prendere il controllo del gioco con il dritto. Ma mi piace anche palleggiare, se necessario: diciamo che mi so adattare”. Avrà bisogno di tutte queste qualità per battere Max Hans Rehberg, suo avversario al primo turno.

SINGOLARE O DOPPIO?

Pavel è intorno al numero 250 nella classifica di doppio, dunque viene spontaneo domandargli se si focalizzerà soprattutto sul doppio o se – magari in virtù delle prestazioni a Rovereto – proverà a fare qualcosa di interessante anche in singolare. “Bella domanda. In questo momento sono concentrato sul doppio per vedere fino a dove posso spingermi: se poi prendo qualche punto in singolare è un buon aiuto, soprattutto a livello economico – racconta – tra qualche mese valuterò il mio ranking: se potrò continuare a frequentare i Challenger o magari qualcosa di più continuerò con il doppio, se invece dovessi calare riprenderò a giocare con continuità il singolare, perché nei tornei ITF è durissima andare avanti, a maggiore ragione solo con il doppio. La curiosità è che quando mi alleno non faccio niente di specifico per il doppio, perché è difficile trovare qualcuno che si dedichi esclusivamente a quello. A me piace molto, amo le tattiche e le strategie. E poi se entri tra i top-100 riesci a vivere con il tennis…”. Vivere di racchette e palline è un miraggio per decine di giocatori, a maggior ragione se provengono da un Paese come la Romania. “Sono necessari tanti sacrifici. A 17 anni ho lasciato Pitesti per andare ad allenarmi a Bucarest perché non avevo più nessuno con cui allenarmi – racconta – però è dura in tutto il Paese. Ci sono sempre meno bambini che giocano a tennis perché la federazione non può garantire chissà quale supporto. Non possiamo paragonarci a Italia, Spagna, Francia… adesso le cose stanno cambiando: nel 202 abbiamo ospitato 15-16 tornei ITF, tre ATP Challenger (Pavel ha vinto il doppio a Iasi, ndr) e l’ATP 250 di Bucarest, laddove mi hanno concesso una wild card in doppio. I miei genitori, finché hanno potuto, hanno sostenuto le mie ambizioni anche se è stato tutto più facile negli anni dell’università: non dovevano preoccuparsi perché il College mi pagava tutto per nove mesi all’anno. La verità è che molti rumeni smettono perché non hanno soldi, soprattutto da junior”. Secondo Pavel, infatti, la differenza emerge soprattutto a livello giovanile: chi proviene da un Paese ricco può giocare ogni settimana, mentre i rumeni possono permettersi di uscire dal Paese una volta al mese. Se va bene. “E per me era una pressione immensa, perché sentivo l’obbligo di dover fare punti. Adesso la federazione prova ad aiutarci, soprattutto con campi gratuiti e palle a disposizione… speriamo vadano avanti così, perché è necessario trovare buoni giocatori per ispirare i giovani”.

BENEDETTO COLLEGE

Nei fatti, Pavel (che non ha alcun legame di parentela con Andrei Pavel, ex numero 13 ATP) fa il professionista da poco più di un anno perché ha scelto l’University of Central Florida, laddove ha rappresentato i Knights fino all’agognata laurea, ottenuta nella primavera 2023. Quando gli chiediamo se consiglierebbe il college a un giovane tennista, gli si illuminano gli occhi. In fondo era un assist, perché indossa ancora orgogliosamente la felpa della sua ex franchigia. “Al 100%. È un’esperienza che ti fa crescere come persona e come giocatore. Se a 18 anni non sei un prodigio come Sinner o Alcaraz, non vedo perché non andare – racconta – non devi pagare nulla: ti mettono a disposizione tutto, dall’equipaggiamento alle strutture, passando per ottimi coach. Io sono stato allenato da John Roddick, fratello di Andy. Maturi tanto, sviluppi il corpo, hai un’ottima educazione…è fantastico”. E pensare che lui non aveva intenzione di andarci… “Perché in Romania c’è l’idea sbagliata per cui non puoi fare il professionista se vai all’università. Invece è il contrario, puoi allenarti in condizioni perfette e ti danno tutto quello di cui hai bisogno. Certo, ti devi allenare 4 ore al giorno, fare preparazione atletica e quando hai finito devi studiare. Può essere difficile, devi saperti organizzare, io stesso ho faticato nel primo semestre, ma fa parte della crescita. E nessuno ti obbliga a restare: se vuoi andare, puoi farlo. Io sono andato a Orlando con questo spirito, e oggi posso dire che mi manca molto. I compagni diventano un po’ come una famiglia, dei fratelli aggiunti”. Ma tutto questo, oggi, è da declinare al passato. Bogdan Pavel vuole provare a vivere di tennis.

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